I
cambiamenti climatici in Italia
Tutto
il mondo è spettatore spesso inerme, dei
continui disastri legati ai mutamenti climatici repentini e
inarrestabili, persino l’Italia si sta scaldando velocemente. Fino a qualche
anno fa, quando si parlava di cambiamenti climatici, si pensava allo
scioglimento dei ghiacci conseguenze dell’innalzamento delle temperature e l’aumento
degli oceani. Il problema che non si tratta solo di questo. Oggi assistiamo a
fenomeni ben più devastanti che intaccano ogni cosa, oltre all’ambiente e al
clima, ci vanno di mezzo la possibilità di estinzione di piante, animali, per
non parlare dei disastri colossali per quanto concerne l’agricoltura che
produce il cibo, in crisi in seguito a siccità e mancanza d’acqua. Assistiamo
ad fenomeno di gran lunga molto più pericoloso del semplice innalzamento degli
oceani, come del resto presenta ask news in un suo articolo.
La mancanza d’acqua potabile, problema che già esiste purtroppo in molti paesi
in via di sviluppo, la cui popolazione spesso è costretta a fare chilometri per
procurarsela, oppure accontentarsi di acqua sporca e inquinata.
Insomma,
ancora abbiamo visto poco, il problema dell’acqua potabile è ormai comune a
tutti, persino in Italia, anche se molti continuano a credere che non vi sia
pericolo, basta aprire il rubinetto. Invece, la situazione è molto più critica
di quello che sembra.
Infatti
secondo diversi studi le conseguenze dell’aumento della temperatura porteranno
l’Europa e soprattutto l’Itali a dover fronteggiare spese elevatissime, che
metteranno in crisi l’economia dell’intero paese. Le conseguenze del
riscaldamento globale sono già in atto e sicuramente le cose non miglioreranno.
Allagamenti, siccità, mettono in ginocchio l’agricoltura. Inondazioni, incendi
e danni alle coste e l’aumento esponenziale dei decessi, sono scenari in atto
che cominciano a destare serie preoccupazioni. Gli studi dimostrano che chi pagherà più amari
gli effetti sono e saranno i paesi del sud Europa, compresa l’Italia, oltre che
Portogallo, Spagna, Grecia e Bulgaria.
Sono
diverse le situazioni che richiedono una certa attenzione, dove si stima che i
danni possano essere decisamente maggiori. Quelle più a rischio sono le risorse
idriche e la desertificazione di alcune aree. Ad esse si aggiungono le zone
costiere, le regioni alpine e appenninica, la salute, le aree a rischio
idrogeologico e tutta l’area idrografica del bacino del Po. Quest’ultimo già ad
oggi comincia a dare i primi segni di malessere con gravissime conseguenze per
la nostra agricoltura. In particolare quello che sta accadendo, è che il fiume
presenta un importante calo principalmente nel periodo estivo, questo porta
inevitabilmente all’immissione di acqua salata proveniente dall’Adriatico,
causando un conseguenza sulle acque del fiume, che non possono essere
utilizzate per l’irrigazione di campi e coltivazioni nei periodi più caldi. Dunque
l’unica possibilità per limitare i danni è quella di ridurre le emissioni di
gas serra, attraverso azioni concrete per minimizzare i danni, i costi
sicuramente sarebbero minori al contrario nel caso in cui si optasse per non
promuovere politiche in questa direzione. Puntando ad esempio sull’energia
alternativa e riciclo dei rifiuti, già sarebbe un passo davvero importante per
il paese ma soprattutto per il nostro pianeta.
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