Friday, September 16, 2016



I cambiamenti climatici in Italia

Tutto il mondo è spettatore spesso inerme, dei  continui disastri legati ai mutamenti climatici repentini e inarrestabili, persino l’Italia si sta scaldando velocemente. Fino a qualche anno fa, quando si parlava di cambiamenti climatici, si pensava allo scioglimento dei ghiacci conseguenze dell’innalzamento delle temperature e l’aumento degli oceani. Il problema che non si tratta solo di questo. Oggi assistiamo a fenomeni ben più devastanti che intaccano ogni cosa, oltre all’ambiente e al clima, ci vanno di mezzo la possibilità di estinzione di piante, animali, per non parlare dei disastri colossali per quanto concerne l’agricoltura che produce il cibo, in crisi in seguito a siccità e mancanza d’acqua. Assistiamo ad fenomeno di gran lunga molto più pericoloso del semplice innalzamento degli oceani, come del resto presenta ask news in un suo articolo. La mancanza d’acqua potabile, problema che già esiste purtroppo in molti paesi in via di sviluppo, la cui popolazione spesso è costretta a fare chilometri per procurarsela, oppure accontentarsi di acqua sporca e inquinata. 


Insomma, ancora abbiamo visto poco, il problema dell’acqua potabile è ormai comune a tutti, persino in Italia, anche se molti continuano a credere che non vi sia pericolo, basta aprire il rubinetto. Invece, la situazione è molto più critica di quello che sembra.

Infatti secondo diversi studi le conseguenze dell’aumento della temperatura porteranno l’Europa e soprattutto l’Itali a dover fronteggiare spese elevatissime, che metteranno in crisi l’economia dell’intero paese. Le conseguenze del riscaldamento globale sono già in atto e sicuramente le cose non miglioreranno. Allagamenti, siccità, mettono in ginocchio l’agricoltura. Inondazioni, incendi e danni alle coste e l’aumento esponenziale dei decessi, sono scenari in atto che cominciano a destare serie preoccupazioni.  Gli studi dimostrano che chi pagherà più amari gli effetti sono e saranno i paesi del sud Europa, compresa l’Italia, oltre che Portogallo, Spagna, Grecia e Bulgaria. 


Sono diverse le situazioni che richiedono una certa attenzione, dove si stima che i danni possano essere decisamente maggiori. Quelle più a rischio sono le risorse idriche e la desertificazione di alcune aree. Ad esse si aggiungono le zone costiere, le regioni alpine e appenninica, la salute, le aree a rischio idrogeologico e tutta l’area idrografica del bacino del Po. Quest’ultimo già ad oggi comincia a dare i primi segni di malessere con gravissime conseguenze per la nostra agricoltura. In particolare quello che sta accadendo, è che il fiume presenta un importante calo principalmente nel periodo estivo, questo porta inevitabilmente all’immissione di acqua salata proveniente dall’Adriatico, causando un conseguenza sulle acque del fiume, che non possono essere utilizzate per l’irrigazione di campi e coltivazioni nei periodi più caldi. Dunque l’unica possibilità per limitare i danni è quella di ridurre le emissioni di gas serra, attraverso azioni concrete per minimizzare i danni, i costi sicuramente sarebbero minori al contrario nel caso in cui si optasse per non promuovere politiche in questa direzione. Puntando ad esempio sull’energia alternativa e riciclo dei rifiuti, già sarebbe un passo davvero importante per il paese ma soprattutto per il nostro pianeta.

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